Per raggiungere i nuovi obiettivi sulla diminuzione di emissione di gas serra saranno necessari fino a circa 126 mld € (68 mld nel settore elettrico e 58 mld nel settore termico) da investire in tecnologie più efficienti e impianti di produzione di energia rinnovabile entro il 2030.
Questo quanto emerso nel Libro Bianco realizzato da Confindustria con la collaborazione di Ernst&Young e RSE sulla base dei nuovi ambiziosi obiettivi europei per le fonti rinnovabili per il periodo 2021-2030, che puntano a collegare i benefici ambientali alla sicurezza energetica, le dinamiche di investimento alle opportunità di crescita industriale e all’impatto sulla competitività.
Questo fabbisogno di investimenti, se venisse interamente soddisfatto dal sistema manifatturiero italiano, porterebbe, per i 13 anni del periodo 2018-2030, contribuirebbe alla creazione di 1 milione di nuovi posti di lavoro, un incremento del valore della produzione industriale di 226 miliardi, e un incremento del valore aggiunto per le aziende di 73 miliardi (34 miliardi solo FER elettriche).
L’investimento nella produzione di energia rinnovabile potrebbe tradursi in un impatto positivo sul prezzo dell’energia al 2030. A parità di condizioni, le bollette elettriche al 2030 risulteranno inferiori per tutte le classi di consumatori rispetto al 2016. In particolare la bolletta media (14,3 c€/kWh nel 2016), a parità di spesa per la materia prima energia, al 2030 si potrebbe aggirare intorno ai 12,6-13,1 c€/kWh.
Ma se le imprese italiane sono pronte, è necessario mettere in campo opportune misure per sostenere l’acquisto di beni efficienti e l’installazione di impianti rinnovabili, collegate ad incentivi adeguati per rilanciare l’offerta di tecnologie.
Per le imprese e per l’Italia può essere un’occasione di crescita, oltre che di miglioramento ambientale, a condizione però di guidare il processo verso il mercato e la competizione sviluppando una filiera italiana.